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PIANO FORMATIVO NAZIONALE 2007

 Villa Sciarra


IL RESTAURO VEGETAZIONALE
Seconda fase dei lavori - a cura dell'Assessorato all'Ambiente del Comune di Roma

Sintesi Storica
VILLA SCIARRA - IL PIAZZALE ANTISTANTE IL CASINO E L'ESEDRA DEI DODICI MESI


La villa costituisce un singolare esempio di trasformazione di una raffinata dimora, appartenuta all'abbazia dei SS. Clemente e Pancrazio e passata ai Mignanelli e poi ai Barberini, che la unificano con la villa di monsignor Innocenzo Malvasia, qualificandola come espressione di una famiglia aristocratica di primo piano della Roma barocca, all'insegna di un armonico inserimento nello straordinario contesto naturale. La residenza diviene sempre più qualificata, sotto il possesso di un protagonista della cultura settecentesca romana, il cardinale Pietro Ottoboni, che ne accentua il carattere "arcadico". I combattimento legati alla fine della seconda Repubblica Romana, nel 1849, danneggiano pesantemente il complesso, sia per quanto riguarda le architetture che per i giardini.
La villa diviene protagonista di turbinose vicende con Maffeo II Barberini Colonna di Sciarra (1850-1925), quando raggiunge la sua massima estensione, comprendente dal 1885 anche la Villa Spada, viene totalmente rinnovata e subito dopo quasi completamente lottizzata, nell'ambito della costruzione di un nuovo quartiere con villini esteso dalla Porta S.Pancrazio fino alla Piazza S. Cosimato.
Con l'acquisto della parte residua ad opera di George W. Wurts nel 1902 la villa viene nuovamente trasformata, secondo un gusto neobarocco, d'impronta americana; nel giardino vengono collocate numerose sculture in arenaria provenienti dal Castello Visconti a Brignano nel territorio della Cera d'Adda, tra le province di Bergamo, Cremona e Milano, decorato da Giovanni Ruggeri. Henrietta Tower Wurts, dopo la morte del marito, dona la villa allo Stato italiano: nel 1930 il complesso è consegnato al Comune di Roma ed aperto al pubblico e nel 1931 l'edificio principale è affidato all'Istituto di Studi Germanici. Sulla sommità dell'altura, in prossimità del Casino Nobile secentesco, il giardino è costituito da veri e propri episodi di armonioso equilibrio tra un insediamento settecentesco, la trasformazione ottocentesca di gusto paesistico e le innovazioni americane commissionate dai Wurts, eseguite su progetto di Giulio De Angelis.
II piazzale antistante il Casino, infatti, che nel Settecento confinava con il Giardino Segreto posto su di un lato del Casino, presenta un assetto caratterizzato da vialetti curvilinei che trovano nelle fontane, delle Sfingi e dei putti
con stemma Visconti, e nei due gruppi scultorei principali, raffiguranti Apollo e Dafne e Pan e Siringa, oltre che negli altri arredi minori, efficaci valorizzazioni dei punti di vista principali, sia dal Casino sia per il visitatore che giunge seguendo Via Adolfo Leducq, strada rettilinea settecentesca proveniente da un ingresso in prossimità delle Mura Gianicolensi, oppure dagli altri percorsi novecenteschi.
I pregiati gruppi arborei accompagnano i percorsi stessi, secondo l'assetto paesistico che crea una molteplicità delle visuali anche in uno spazio ristretto e pianeggiante, come il piazzale stesso, animato con pari dignità dalle sculture e dalle piante.
II progetto di restauro si è basato tra l'altro sulle fotografie aeree dell'Aerofototeca; in particolare, quella del 1911, che documenta parzialmente l'assetto compiuto dal Wurts, quelle del 1934, 1944, 1960 (quest'ultima attestante i diversi dettagli non riportati nelle planimetrie catastali), 1963 e degli anni Sessanta hanno consentito di individuare con precisione la configurazione della sistemazione del piazzale, che nel tempo si era resa meno leggibile, anche per l'inadeguata manutenzione dei viali e dei manti erbosi.
II restauro ha così consentito di rendere pienamente leggibile la più importante sistemazione realizzata nel secondo decennio del Novecento, prima del degrado successivo. Ancora più singolare e raffinata è la scelta operata da George W. Wurts e dal De Angelis per il vicino complesso dell'esedra dei dodici Mesi, uno spazio verde caratterizzato da una successione di sculture tardosecentesche in arenaria raffiguranti i dodici mesi dell'anno, disposti con un'articolazione ad emiciclo, segnato da un motivo a raggiera, arricchito da vasche d'acqua e da piante di Taxus Baccata potate secondo raffinate e complesse figure geometriche, raffiguranti anche uccelli, espressione di una sapiente ars topiaria, documentata nelle rare fotografie della villa, tra cui quelle di Maria Donati, del 1930. In questo angolo del parco trova quindi compiuta espressione l'ispirazione neorinasci mentale e neobarocca che caratterizza tutto il giardino americano, introdotto dal Wurts ispirandosi alla vicina Villa Farnese Savorelli, anch'essa di proprietà dell'americana Clara Jessup Heyland.
L'effetto complessivo dei due episodi del giardino denuncia lo stile eclettico, in cui coesistono armonicamente soluzioni paesistiche e di giardino regolare, ancora ben conservate, a maggior gloria del carattere di palinsesto che qualifica Roma come città internazionale.
D.ssa Carla Benocci - Sovraintendenza BB. CC.
L'Intervento
Gli interventi realizzati fanno parte di un ampio lavoro finalizzato al recupero vegetazionale di tutta la Villa e seguono quelli effettuati nel 2000 che interessarono la parte alta del parco compresa tra Viale Leducq, Viale Wern e il primo ingresso di Via Calandrelli. In questa seconda fase si è proceduto al riassetto dell'area antistante il Casino principale sede dell'Istituto di Studi Germanici; la superficie, di circa 9000 mq., presentava una situazione di grave degrado non essendo più leggibile il disegno delle aiuole e dei vialetti, conseguentemente anche le pregiate essenze arboree risultavano inserite in un contesto di disordine generale.
Grazie alla collaborazione della Sovraintendenza Comunale sono state reperite foto aeree della zona che hanno reso possibile la ricostruzione dell'assetto realizzato nel secondo decennio del Novecento dall'allora proprietario George W. Wurts.
II disegno dei viali, seguendo un andamento curvilineo con slarghi in corrispondenza delle fontane, permette visioni prospettiche dei gruppi scultorei inseriti nella vegetazione. I percorsi sono stati evidenziati sui due lati da scoglierine basse in scapoli di tufo giallo, mentre la pavimentazione è costituita da un sottofondo di pozzolana stabilizzata, uno strato di misto granulare stabilizzato e una finitura in granello di fiume rullato e compattato.
Per quanto riguarda la vegetazione sono state eliminate le essenze non pertinenti all'impianto originario (Cupressus arizonica, Picea abies) ed abbattuto un Cedro deodora perché gravemente malato e pericoloso per la pubblica incolumità. Utilizzando l'antica tecnica dell'Ars Topiaria si sono ridisegnate le piante di Bosso e Taxus Baccata modellandole in forme geometriche e zoomorfe, soprattutto immagini di pavoni, a ricordo di quando questi animali circolavano liberi nel parco. Questo tipo di intervento è evidente nell'aiuola dei "Dodici Mesi" dove si è proceduto ad un restauro filologico ridimensionando, mediante potature, la siepe semicircolare presente alle spalle delle statue e ripristinando il parterre a forma di ventaglio costituito da siepi basse di Bosso perimetrali e fioriture stagionali; tutte le aiuole sono state dotate di un impianto di irrigazione automatico.
Per le tre fontane presenti nell'area (delle Sfingi, dei Putti e della Tartaruga) sono stati predisposti sia l'impianto di adduzione dell'acqua, sia quello di sopravanzo collegato al collettore principale di Viale Leducq da una nuova canalizzazione.
Inoltre è stato riposizionato lo schienale di una delle due panchine lapidee collocate nel piazzale di fronte all'edificio principale, il manufatto era da tempo ricoverato presso il magazzino della Sovraintendenza.
In un prossimo futuro l'Amministrazione ha intenzione di completare il lavoro di riqualificazione di Villa Sciarra con interventi che interesseranno il versante su Via Dandolo attualmente in stato di abbandono. L'area verrà bonificata ed i pendii consolidati, si prevede anche la realizzazione di due aree per cani nelle aiuole esterne sul Viale delle Mura Gianicolensi. La villa sarà così riportata agli antichi splendori e costituirà un magnifico esempio di recupero ambientale di giardini storici.
Arch. M. Carlieri - Arch. M. Calabresi
Assessorato all'Ambiente del Comune di Roma
VILLA SCIARRA - UN TUFFO NELLA STORIA DEL VERDE
A Roma il verde pubblico continua ad arricchirsi di giardini d'epoca. II merito è del recupero ambientale avviato in numerose Ville Storiche appartenute a nobili famiglie e ora di proprietà comunale, presenti molto spesso nel cuore della città. Tra queste, il recente restauro del parco di Villa Sciarra, situato a ridosso di Trastevere lungo le mura Gianicolensi, punto di congiunzione con Monteverde Vecchio, ha restituito ai cittadini un importante spazio all'aria aperta, riprodotto secondo i disegni originali del settecento e delle successive modifiche novecentesche.
Già nel 2000, nella parte alta di Villa Sciarra, erano stati conclusi importanti lavori di riassetto della vegetazione secondo un accurato studio di documenti d'archivio. II secondo intervento, avviato a marzo del 2004 e conclusosi da poco, ha proseguito questa opera di ricostruzione degli antichi viali e delle antiche aiuole grazie all'utilizzo di foto aeree. Un lavoro accurato di risistemazione della vegetazione volto a valorizzare le caratteristiche di pregio presenti nella Villa, come la grande varietà di specie vegetali esotiche provenienti dall'America e dall'Asia (circa 120), o la sagomatura delle siepi realizzata secondo le regole dell'Ars Topiaria che tende alla raffigurazione di oggetti e animali.
Da oggi questi tesori del verde possono essere ammirati da tutti attraverso i nuovi percorsi e le nuove panchine che, insieme ai lavori per la canalizzazione delle acque e al ripristino delle fontane, hanno restituito alla città un prezioso scorcio della Roma tardo barocca, interessante anche per il suo patrimonio di biodiversità. Per questo, un particolare ringraziamento va alla Sovraintendenza Comunale per la collaborazione, e alle Banche Cotesoriere del Comune di Roma per la sponsorizzazione dell'intervento.
Dario Esposito - Assessore all'Ambiente del Comune di Roma
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